Quanti “Strega” vi ricordate?

Riuscireste  a elencare cinque romanzi che hanno vinto il premio Strega, indicando per ciascuno titolo e nome dell’autore (completi)?

Mi è capitato di dover svolgere questo esercizio partecipando a un concorso pubblico per bibliotecario (una professione che mi ha sempre affascinato e che sto tentando di intraprendere).

Forse perché non tutti i capolavori vincono lo Strega (quindi sorge il dilemma: glielo avranno dato o no?), forse perché non do così tanta importanza ai premi e anzi normalmente evito “il libro del momento”, forse perché in questi tempi dominati dal Covid ho un po’ trascurato giornali e telegiornali, sta di fatto che la domanda mi ha provocato qualche difficoltà.

UN PO’ PER L’ANSIA DA CONCORSO, UN PO’ PER IL PERIODO DI “ISOLAMENTO INFORMATIVO”, LA MIA AMNESIA SUI VINCITORI DEL PREMIO STAVA PER FARMI UN BELLO SCHERZO

Alla fine sono riuscito a formare una stentata cinquina e avrei avuto problemi a individuare un sesto titolo.

Confrontandomi con gli altri candidati ho notato che, pur essendo tutti appassionati lettori, l’imbarazzo è stato comune.

Ecco le opere che mi sono venute in mente:

  1. Sebastiano Vassalli, “La chimera” (l’autore del cuore, non potevo che partire da lui)
  2. Alessandro Barbero, “Bella vita e avventure di Mr. Pyne gentiluomo” (Barbero è Barbero…)
  3. Sandro Veronesi, “Caos calmo” (di cui mi sono ricordato per via del film, lo ammetto)
  4. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo” (anni fa avevo approfondito l’eccezionale clima culturare nell’Italia di fine anni ’50, notando anche chi si aggiudicava il premio Strega)
  5. Antonio Pennacchi, “Canale Mussolini” (credo di essermi appigliato alla memoria visuale della copertina munita di fascetta: “Premio Strega 2010”)

Mi scuso con Alessandro Barbero per aver storpiato il suo “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo”. Abbia pazienza, professore. Cosa vuole: quel titolo così wertmülleriano, l’ansia da concorso…

Notare che non mi è venuto in mente neppure “Il nome della rosa”, su cui qualche mese fa avevo pure scritto un articolo.

E voi, di quale premio Strega non vi sareste dimenticati?

Vi affidate ai premi letterari?

Lorenzo Crola

L’articolo che avevo dimenticato di aver scritto:

https://phileasfogg2020.com/2020/12/18/i-40-anni-del-nome-della-rosa-in-un-mondo-di-biblioteche-chiuse/

49 pensieri riguardo “Quanti “Strega” vi ricordate?

  1. Io è già tanto se mi ricordo che lo Strega è un liquore 😁 scherzo dai, comunque non immaginavo potessero chiedere una cosa del genere, non lo trovo molto corretto. Un conto è conoscere libri e autori, altra cosa è sapere quali premi abbiano vinto. Capisco che siano riconoscimenti importanti per l’autore ma addirittura da farne oggetto di domanda a un concorso mi pare fuori luogo. In generale non seguo molto le indicazioni dei premi, possono anche a volte azzeccarci ma non necessariamente premiano il miglio libro. E, sempre in generale, non sono così sicura che siano scevri da interessi e favoritismi. La risposta sintetica alla tua domanda invece è: al momento nessuno 😰

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    1. Diciamo che nei concorsi permane del nozionismo. Per fortuna ci sono anche domande pratiche e, a volte, stimolanti. Penso che qualunque bibliotecario avrebbe dovuto fare una ricerca per rispondere esattamente, anche solo per verificare nomi e titoli. Confrontarmi con gli altri candidati mi ha fatto sentire un po’ meno ignorante.
      Quanto ai premi, sì, hanno i loro pro e contro… quindi giustamente siamo liberi di tenerne conto o meno

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  2. Ragionandoci un pochino mi sarebbero venuti in mente gli ultimi 3 titoli che hai citato anche tu + “Acciaio” di Silvia Avallone (e a citare quest’ultimo titolo avrei sbagliato, perché arrivò secondo). Di primo acchito invece mi è venuto in mente solo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi, e qua l’errore sarebbe stato doppio: infatti il romanzo non ha vinto ma è solo arrivato in finale, e non per il premio Strega ma per il premio Campiello. In seguito Enrico Brizzi ci ha regalato almeno un altro capolavoro (“Tu che sei di me la miglior parte”): se non l’hai letto, te lo consiglio caldamente.

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    1. Grazie per il consiglio. “Jack Frusciante” è stata una lettura per obbligo scolastico e, a ben vedere, dovrei riprendere anche quello.
      In effetti anche i secondi classificati e gli altri titoli della cinquina nonché i vincitori degli altri premi sono causa di confusione. Un vero rompicapo…
      Devo dire che ho sempre provato una certa simpatia per il premio Asti d’appello, che mette in gara appunto tutti i secondi classificati

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  3. Pensa che io, pur leggendo molto e pur dedicandomi, a volte, all’editing letterario, non avrei saputo elencare i 5 titoli richiesti. L’unico che mi sarebbe venuto in mente sarebbe stato “La grande sera” di Giuseppe Pontiggia, premio Strega del 1989, perché l’ho letto due anni fa.
    Il problema è che non attribuisco quasi nessun valore ai premi, perché non sempre vengono attribuiti a bei romanzi, anzi. Però il tuo post mi è stato utile, perché così andrò a ripassarmi i premi Strega degli ultimi decenni. 😉

    Ciao e buona domenica.

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  4. Non avrei dimenticato Dino Buzzati, con Sessanta racconti… perchè Dino Buzzati è forse lo scrittore italiano che preferisco. Per il resto Umberto Eco, Elsa Morante… non mi affido quasi mai ai Premi per la scelta di un libro, però.

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      1. Esattamente. In realtà no, mi capita di citarlo più parlando, però non ho dubbi che prima o poi la inserirò in qualche articolo 🙂 per esempio i siti culturali senza visitatori mi sembrano un po’ la fortezza Bastiani, magari con tutto il loro apparato per l’accoglienza e la manutenzione, ma senza che servano realmente a qualcosa

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  5. La Chimera di Vassalli è l’unico che ho letto di quelli che hai citato. Un libro veramente toccante, che ricordo come se fosse oggi nonostante siano passati ormai 10 anni dalla lettura. Consigliatissimo agli amanti del medioevo e non solo

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      1. ahahah beh non ho vinto, ma comunque ho visto che i voti di tutt* erano bassini, quindi mi sono sentita nella media. Ho toppato alla grande con informatica, cosa per cui ancora adesso mi mordo le mani. Per il resto era una commissione molto molto tranquilla. La parte di inglese era facile (per te dev’essere stata una bazzecola) e in generale era un ambiente rilassato…e poi se si liberano altri posti in comuni vicini potrebbero sempre tener conto della graduatoria 🙂

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      2. Guarda ero parecchio agitata, quindi ho parlato solo con la ragazza prima di me e non mi ricordo neanche il suo nome! Appena finito il colloquio sono praticamente corsa via perché iniziava a diluviare/grandinare…Comunque sì, c’è sempre la graduatoria !!!In bocca al lupo!

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  6. Il caso ha voluto che leggessi questo articolo proprio in concomitanza della morte di Pennacchi che qui citi. Per il resto, da lettore distratto non avrei potuto fare neppure un nome, non essendo un grande fan di premi letterari. Di sicuro, Il Gattopardo è un capolavoro assoluto.

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  7. Il “mio” caso invece ha voluto che leggessi solo oggi questo tuo articolo, perché era tra le proposte che si trovavano sotto al tuo ultimo.
    Io ricordavo solo due vincitori (ma non sono una gran lettrice di letteratura italiana, soprattutto recente): Bellonci, che tra l’altro fu tra i primi ideatori del premio, e Flaiano.
    Ma ho fatto un sacco di scoperte su Internet: Flaiano fu il primo, con un libro che ho amato moltissimo (Tempo di uccidere) e Bellonci vinse tardi e… postuma; Primo Levi solo nel 1979, e per La chiave a stella (anch’esso amatissimo e, forse, non avrebbe potuto vincerlo tardivamente per Se questo è un uomo, data la storia molto travagliata della pubblicazione del libro); della lista completa, ne ho letti solo sette, di cui solo 2 del nuovo millennio, anche se ho letto altri libri di alcuni autori presenti; Volponi e Veronesi lo hanno vinto due volte; stupore per assenze “importanti”.
    Mi associo a chi non attribuisce importanza ai premi, da tempo ho anche smesso di leggere i supplementi dei giornali (già dato, grazie 😉 ) e sono molto perplessa sulla qualità della lista, soprattutto nella parte più recente…

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    1. Ti ringrazio per questo commento, che mi ha fatto notare diversi aspetti che non conoscevo (non sapevo che avesse vinto la Bellonci stessa, né che fossero dati premi postumi). Benedetti i suggerimenti di WordPress 🙂
      Anch’io non presto molta attenzione ai premi (forse avrei fatto meglio a tenermi aggiornato, per andare meglio in quel concorso!), mentre mi sono molto utili gli inserti dei giornali, in particolare Tuttolibri e la meravigliosa “Domenica” del “Sole 24 Ore”. La seconda è un po’ la mia bussola nel mondo della cultura.

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      1. Sicuramente sono più vecchia di te e prima leggevo anche io quei due. Peccato che la “Domenica”, col tempo (io ho iniziato a leggerla a cavallo tra anni ’80 e 90), abbia perso molto in qualità.
        Io faccio come con le ciliegie: un libro tira l’altro (prefazioni, postfazioni, bibliografie, note, ecc.). Comunque, essendo stata una lettrice “forte” per oltre trent’anni e nutrendo una certa diffidenza verso la contemporaneità, è da un po’ che il mio palato è in difficoltà nelle scelte…

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      2. Caspita chissà cos’era la “Domenica” di una volta allora…
        Ottimo il metodo delle ciliegie 🙂 ti dirò, anch’io sono un po’ spaesato nella contemporaneità, più che altro sono gli inserti a guidarmi, oppure i consigli di conoscenti (ma è più difficile), talvolta anche i film: li guardo e poi mi viene voglia di approfondire leggendo il libro che li ha ispirati

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