Approfittanto della tregua estiva nella preparazione degli esami per bibliotecario, ho pensato di dedicarmi a qualche lettura di evasione.
Ho scelto quindi di svagarmi prendendo in mano “Come ordinare una biblioteca” di Roberto Calasso, pubblicato dalla sua Adelphi.
Scherzi a parte, l’idea era di dedicarmi a una pubblicazione di taglio meno accademico rispetto a un manuale di biblioteconomia: che c’è di meglio, quindi, di un editore che racconta la propria esperienza come domatore di libri?
Sì, proprio domatore, perché le nostre raccolte domestiche sono inesorabilmente determinate a sfuggirci di mano.

E se non è stata proprio di svago, la lettura di questo libretto è stata sicuramente consolatoria: se anche uno storico editore come Calasso (scomparso purtroppo nel luglio scorso) era in difficoltà con la gestione dei propri volumi, i miei insuccessi nella stessa missione non sono poi un caso così eccezionale.
Si parte da un principio base: «Il miglior ordine, per i libri, non può che essere plurale».
E tra i tipi di ordine che Calasso presenta, apprezzo in particolare quello «per incapricciamenti»: tutti abbiamo la fase dei russi, la fase della storia romana, la fase Camilleri ecc. ed è naturale che si formino scaffali che seguono queste nostre passioni, più o meno passeggere.
L’ORDINE PERFETTO NON ESISTE: MEGLIO ANDARE PER INCAPRICCIAMENTI O PER ATOLLI
In ogni caso rinunciate all’idea di ordinare tutto per autore come nei magazzini di una Biblioteca Civica. Meglio accontentarsi di «formare piccoli atolli di argomenti affini, a cui questi libri aderiranno, come conchiglie alla roccia».
Confortante è stato inoltre scoprire la regola del buon vicino, attribuita nientemeno che all’illustre storico dell’arte Aby Warburg: «Quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto».
Quante volte mi è capitato di acquistare in libreria pubblicazioni di cui non sapevo di aver bisogno.
E anche in questo caso, via i sensi di colpa: «Essenziale è comprare molti libri che non si leggono subito» osserva Calasso (va beh, lui i libri li produceva, quindi era un po’ di parte…).
SE CONTINUATE A COMPRARE LIBRI E POI NON LI LEGGETE, NON PREOCCUPATEVI. UN GIORNO NE AVRETE BISOGNO
Il fatto è che ci sarà il momento in cui avrete bisogno di quell’opera e averla a portata di mano eviterà di lasciar passare quel lasso di tempo fatale in cui potrebbe svanire la fame di sapere.
E poi quel libro potrebbe sempre diventare introvabile.
E se non bastasse: volete mettere la soddisfazione di pensare che avevate previsto un vostro bisogno di sapere…

Infine, se qualche volta vi siete sentiti sciocchi nel non trovare più un libro che sapete di aver già comprato, consolatevi.
Non solo è capitato più volte al sottoscritto (che è così andato a comprarne un’altra copia per poi puntualmente rinvenire quella smarrita e ritrovarsi un doppione sul gobbo), ma anche il grande T. S. Eliot aveva questo problema a causa di «un accumulo di libri così vari, così recalcitranti a ogni tentativo di ordinarli».
Lorenzo Crola
per altezza
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per ottimizzare lo spazio 🙂
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C’è chi li ordina per colore o casa editrice… Tutto è possibile!
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Tra l’altro nel caso di Adelphi, con quella bella verietà di tinte e lo stile inconfondibile, riesci a unire i due criteri 🙂
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Diciamo che non do molta importanza all’effetto “estetico”. Ho dei libri molto belli, ma anche delle edizioni veramente brutte, ma non m’importa.
Io, personalmente, uso il criterio geo-linguistico (per la narrativa, ovviamente), e all’interno delle varie aree l’ordine alfabetico.
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Un po’ geografico lo sono anch’io, ma solo nel senso che cerco di separare gli autori italiani da quelli stranieri, per aiutarmi almeno un po’ nella ricerca. E poi tento di tenerli separati per materia. Non mi sono mai citato con l’ordine alfabetico, me lo ripropongo sempre di provarci ma mi sembra un lavoro immane
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Certo, lo è se non hai usato questo criterio sin dall’inizio… Anche i miei sono suddivisi per materia, ma ovviamente non la narrativa (francofona, anglofona, iberica e le altre più circoscritte).
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esatto: dovrei riposizionare tutti i libri per metterli in ordine alfabetico, sudo solo al pensiero (e starnutisco già all’idea della polvere 😀 ). Però se voglio allenarmi come bibliotecario, ci devo provare!
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però è bello quando salta fuori un libro che non avevi la minima idea di possedere
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Sì, mi capita anche quello… di solito perché mi ero dimenticato di averlo comprato 🙂 ma ci sono anche quelli magari appartenuti ai miei o anche più vecchi
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I libri che amo di più ho bisogno di tenerli vicino. Perchè mi affeziono a quel modo di parlare, ai personaggi che improvvisamente sento che fanno parte di me. Quindi non posso allontanarmene come se niente fosse. Però va a finire che un po’ si accumulano…allora cerco di prendere le distanze e e li posiziono per bene nella libreria. Salvo poi quando non ho niente da leggere da andarli a riprendere e non trovandoli alla prima, li tiro tutti fuori e faccio una gran confusione. Mia figlia mi consiglia di fare una lista e applicarla dove sono i libri, così saprò sempre cosa c’è in questa o quella libreria…. Effettivamente ha ragione….ma non ci riesco e continuo a tenermeli vicino il più possibile! Anche perchè quando amo un libro, lo leggo e lo rileggo…
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Ti ringrazio per il bel racconto della tua esperienza con i libri, in cui un po’ mi riconosco e che un po’ (anche nel tuo caso) mi conforta, visti i problemi comuni e l’eterna impari lotta per trovare un ordine, un equilibrio…
Tua figlia ha ragione, in pratica suggerisce un primo tentativo di catalogazione; il problema è che poi alla fine non abbiamo tempo di compiere sistematicamente un’operazione del genere. D’altra parte fare il bibliotecario è un lavoro.
Io periodicamente cerco di mettere assieme i libri che vorrei leggere, poi se ne accumulano talmente tanti che rimangono lì a guardarmi… e quando ne finisco uno, non so cosa leggere, cioè non so quale scegliere… siamo proprio condannati a questa passione 🙂
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Una bellissima passione !!!!! ❤ ❤ ❤
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Anche io ho una specie di Top Ten (ma sono un po’ più di dieci) che tengo insieme in un posto “dedicato”. Sarebbero i classici libri da portare in caso fossi costretta a una fuga improvvisa da casa 😉
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Già, chissà perché dovrebbero essere proprio dieci… comunque li ho anch’io ma non ho mai pensato a radunarli, sono sparsi insieme al resto della collezione. Così ogni volta devo sudare per trovarli 😀 in effetti dovrei pensare a metterli da parte
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Questa è un’idea geniale!!! Lo farò anch’io, grazie della dritta!!!! 🙂
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Perfetto! Se ti va poi facci sapere quali sono…
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Mi hai messa un po’ in imbarazzo perchè sono più di dieci i libri che preferisco. Però se proprio dovessi scappare velocemente di casa, non potrei lasciare questi libri ( ma lascerei il cuore in tanti altri, in special modo quelli di poesie! Vabbè ma dato che non si può avere tutto….)
Il primo in assoluto sarebbe quello di Oriana Fallaci ” Un cappello piene di ciliege” ( il titolo è così la i nelle ciliegie non c’è )
Un filo d’olio di Simonetta Agnello Hornby
Il contrario di uno di Erri De Luca
I Promessi sposi del Manzoni
Povero ricco di IrWin Shaw
Mendicante ladro Irwin Shaw
Niente caffè per Spinoza di Alice Cappagli
Pane nero di Miriam Mafai
Strade blu di Least Heat Moon
1984 George Orwell
La coscienza di Zeno di Italo Svevo
I vicerè di Federico De Roberto ( lo so ho già sforato, ma senza questi non mi muovo di casa )
Le confessioni di un italiano Ippolito Nievo
Il Gattopardo di G. Tomasi Di Lampedusa.
Infine almeno tre dell’infanzia:
Gian Burrasca di Vamba
Pollyannna di Eleonor Hodgman
Pinocchio di Carlo Collodi.
Ecco questi sarebbero proprio gli indispensabili ( ma ne ho tanti altri!!! )
C’è racchiuso tutto, la nostra storia, presente e antica. Consigli di vita. E qualche sorriso con relativa riflessione.
Curiosa di conoscere i tuoi!!!! 🙂
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Ora metti tu in imbarazzo me 🙂 è un esercizio davvero complesso, mi ci vorrà del tempo ma voglio provarci!
Ti ringrazio per aver invece prontamente provveduto a farci avere la tua lista. Mi ha colpito trovare subito il romanzo della Fallaci, che possiedo (me lo regalò una zia) ma non ho mai letto. Mi attira molto (un po’ tutto: il titolo, l’idea di raccontare la storia dei suoi avi, il fatto che conosco poco la Fallaci…), mi spaventa la mole 🙂 ma devo leggerlo!
Penso che nella mia lista condividerei “Pinocchio”, “I promessi sposi”, “Il Gattopardo”. Almeno tre li ho già 🙂
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Sono felice di sapere che hai “Un cappello pieno di ciliege ” della Fallaci. Non farti spaventare dalla mole. Quel libro non si legge, si beve!!!! Vedrai, già dalle prime righe sarai preso e non vedrai l’ora di leggere le altre. In pratica sono tante storie per ricostruire l’albero genealogico della Fallaci.Si comincia da molto lontano, ma sono bellissime, ti prendono l’anima e quando il libro finisce, ti dispiace un sacco! io l’ho letto due volte, ma non è detta che arrivi anche la terza volta. In più c’è un lungo capitolo che riguarda la mia Livorno dove mi racconta cose che non conoscevo, un po’ piratesche…. il mio consiglio è di leggerlo prima possibile, ti ritroverai a vivere delle esperienze uniche! 🙂
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Eh un po’ immaginavo che fosse un libro appassionante, però il tuo commento mi ha convinto del tutto! Lo metto in cima alla lista dei libri da leggere allora 🙂
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Non è stata neanche una vera idea, ma una cosa spontanea.
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da giovane frequentavo spesso le biblioteche, il bello era prendere libri e riportarli senza doverli comprare e riempire la libreria di casa. Ora per causa di tempo di libri non ne leggo da molti anni, in compenso leggo tante di quelle riviste che potrei aprire un’edicola in casa 😊 infatti sono indietro con le letture di mesi!
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Eh, pensa che ho anche quel problema… io compro quotidiani solo nel fine settimana (perché ci sono gli inserti culturali) e faccio a malapena in tempo in una settimana a leggerli, prima che escano quelli nuovi.
Comunque quello della conservazione delle riviste è un altro tema interessante. Hai qualche metodo particolare per ordinarle?
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no, io le riviste le leggo e le butto, se no sarei già uscito di casa io da tanta carta ho in casa 🤣🤣😁 forse se abitassi in un castello dedicherei un’ala a quelle…😊 tanto la maggior parte sono riviste tecnologiche e la tecnologia dopo un paio di mesi è già superata….
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Ah, ho capito. Hai ragione, con le riviste, specie se di questo settore, il discorso è diverso. E poi conservare periodici sarebbe veramente complicato, ci vorrebbe appunto un castello 🙂 Io tengo solo qualche numero storico dei quotidiani che leggo
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Ciao interessante l’articolo, personalmente non mi è ancora capitato di acquistare un libro che già avevo, da qualche anno a questa parte però non avendo più spazio né per i libri e né per mettere nuove librerie in casa e siccome non riesco a rinunciare al leggere non sia mai, ho preso l’abitudine di acquistare gli eBook e leggerli sul tablet risolvendo il problema di spazio per il libro cartaceo, e ti dovessi dire, m8 sono talmente abituata che lo trovo anche più comodo. Lo so che adesso mi tirerei dei pomodori in faccia 🙃😊
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Ahahah. No, no, figurati, se ti trovi bene, perché non usare gli ebook? In fondo le tecnologie devono rispondere alle nostre necessità, migliorare o agevolare le nostre attività e passioni. Io devo confessare che non ne ho mai provato uno, non riesco nemmeno a pensare a qualcosa di diverso dal formato cartaceo, ma non ho nulla in contrario se li si usa. Indubbiamente risolvono drasticamente il problema dello spazio 🙂
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Io a casa divido i libri per Autore, dato che ne ho molti di King, Grisham, Follett etc… ma quelli “sparsi” li ordino per altezza e spesso poi non li riesco più a trovare.
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Anch’io un po’ per volta cerco di raggrupparli per autore, almeno nei casi degli scrittori che amo di più e di cui ho tanti libri. Altrimenti poi ogni volta che ne voglio riprendere uno devo fare ricerche infinite e appunto rischio di doverlo ricomprare…
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De La Chimera in edizione Einaudi ho una brutta esperienza, non per il libro (bellissimo), ma perché è uno dei pochi libri che ho prestato e mi è tornato indietro dopo un anno totalmente rovinato quando l’avevo prestato semi nuovo.
Il tuo “quel libro potrebbe sempre diventare introvabile” mi rende una compratrice ossessiva di libri, della serie “mi interessa, prima o poi lo leggerò e inizio a prenderlo così sono sicura di poterlo leggere più avanti”.
Per quanto riguarda come ordinarli… a me purtroppo non si pone quel problema ma quello del dove metterli perché non ho più spazio 😦
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Ahah, sembra proprio un libro destinato a sparire e riapparire! Una chimera, appunto…
Mi puoi capire allora: anch’io sono affetto da acquisti ossessivi di libri (anche se un po’ sono migliorato 🙂 ). In realtà non mi ero posto il problema della possibile indisponibilità futura del libro, è stato Calasso a farmici pensare. Così ora ho un motivo in più per fare scorte…
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Il mio problema è che non mi piace il formato digitale altrimenti sarei a posto 😔
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Io non so nemmeno se mi possa piacere: non ho mai concepito l’idea di qualcosa di diverso dal cartaceo e non l’ho ancora mai provato. Tu hai esperienze?
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Leggo in digitale solo quando non ho altra scelta perché il libro è disponibile solo così. Ma no, non mi piace. Per me non ha senso leggere un libro che libro non è 😂
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A me non è mai capitato, sono talmente antiquato che al massimo cerco libri di cui esiste solo il cartaceo (o il pergamenaceo) 😂
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per fortuna che non so leggere e non ho di questi problemi! 😀
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Ahahah, io se sono troppo difficili guardo le figure 😀
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Qualcuno ordina i libri in ordine cronologico di lettura o di acquisto. É un modo per avere una sorta di storia delle proprie letture. Comunque fra un mesetto avrò una nuova libreria e quindi il problema del criterio di ordinamento si porrà.
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Magari avessi spazio anch’io per una nuova libreria… inizierei a migliorare la situazione dei libri che non hanno trovato posto in quelle che ho già!
Comunque penso sia un ordine interessante anche quello, dovrebbe riflettere le tue passioni e i tuoi interessi, così come si sono sviluppati
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Anni fa provai a fare un piccolo censimento, un inventario di tutti i libri che avevo e che ho ancora oggi a casa. Quell’inventario non l’ho ancora terminato.
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Ahahah, sei già più avanti di me perché io ci ho pensato molte volte ma non mi ci sono mai messo seriamente
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