Sette brevi lezioni di pensiero visionario

Per riuscire a rimettermi a scrivere dopo una pausa causata dall’inizio di una nuova esperienza lavorativa cercavo qualcosa di breve da leggere e poi raccontarvi.

Il colpo di fulmine è avvenuto alla libreria Verso di Milano (incredibile quanti stimoli abbia trovato in quel delizioso negozio, sicuramente più che in un “mega store” di catena, dagli infiniti mq).

Mi sono imbattuto nelle “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli, ormai un classico della divulgazione scientifica, pubblicato nel 2014 da Adelphi.

Fin da allora attirava la mia curiosità, ma evidentemente soltanto ora i tempi sono maturati per leggerlo.

Questo libretto di 85 pagine (librino? libriccino? Magari un giorno riprenderò il dilemma nella sezione “Come si scrive?” ) nasce da una felice serie di articoli che Rovelli aveva scritto per il benemerito inserto “Domenica” del “Sole 24 Ore” (inserto che, in poche pagine, offre ogni settimana una gustosissima panoramica sul mondo della cultura, dalla filosofia alle serie tv, passando naturalmente per la scienza; da anni ne sono un vorace lettore, anche se ogni volta fatico a finirlo prima della “Domenica” successiva).  

LEGGERE CARLO ROVELLI È UN PO COME RIASCOLTARE LA VOCE DI UN BUON INSEGNANTE CHE A SCUOLA SA TRASMETTERE CON PASSIONE LA PROPRIA MATERIA

Per chi, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di avere un’insegnante di fisica capace di comunicare con passione la propria materia, leggere queste “brevi lezioni” è stato un modo per riascoltare una voce che provoca continuo stupore per la smisurata portata dei concetti trattati e al tempo stesso per la loro semplicità di fondo: «Un elettrone è un insieme di salti da un’interazione all’altra. Quando nessuno lo disturba, non è in alcun luogo preciso. Non è in un luogo».

Filosofia? Fantasy? Semplicemente scienza. D’altra parte, se ancora ci fosse bisogno di dirlo, dobbiamo levarci dalla mente l’idea dell’aridità del sapere scientifico: «La scienza è attività innanzitutto visionaria. Il pensiero scientifico si nutre della capacità di “vedere” le cose in modo diverso da come le vedevamo prima».

 Leggere le lezioni di Rovelli dà quel piacere di scoprire la scienza attraverso un linguaggio piacevole, coinvolgente, comunicativo, ma anche chiaro, logico, preciso, che fa pensare alla compresenza di letterato e scienziato in figure come Galileo.

Evitando ambiguità, indeterminatezze o quegli eccessi di sintesi che spesso lasciano confusi i lettori di una troppo generica “Introduzione allo studio di”.

PRECISO, CHIARO E COINVOLGENTE, QUESTO MODO DI DIVULGARE FA PENSARE ALLA COMPRESENZA DI SCRITTORE E SCIENZIATO IN FIGURE COME QUELLA DI GALILEO

Rovelli non ci illude che la meccanica quantistica sia alla portata di tutti o che dopo la lettura di quest’opera potrete dire la vostra nel prossimo dibattito da bar sulle centrali nucleari. Però sa trarre proprio dalla “famigerata” meccanica quantistica ricadute sulla realtà quotidiana, una chiave di lettura del nostro mondo, che possiamo considerare «un insieme di vibrazioni, come il mondo degli hippy degli anni sessanta. Un mondo di avvenimenti, non di cose».

Sembra che addirittura le regole di questa oscura branca della fisica (meno oscura, sicuramente, dopo la lettura della lezione n. 2) possano regalarci una lezione nella lezione: «Ciò che esiste non è mai stabile».

ANCHE DALLA MECCANICA QUANTISTICA POSSONO PROVENIRE LEZIONI UTILI PER LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA

Cosa dedurre poi dal fatto che in giro per l’universo risultano pianeti come la Terra in quantità inimmaginabile? Semplicemente che «se siamo speciali, siamo speciali come è speciale ognuno per se stesso, ogni mamma per il suo bimbo. Non certo per il resto della natura».

Deduco io: cerchiamo di dare importanza alle persone per cui siamo importanti, perché nella massa di gente che ci sta intorno potremmo restare del tutto isolati.

Infine, in queste lezioni credo si possano scorgere anche dei versi:  «Non appena c’è calore, il futuro è diverso dal passato». Vi lascio alla lettura della lezione n. 6  per scoprire come si possa arrivare a tanta poesia attraverso “l’arida scienza”.   

Lorenzo Crola

23 pensieri riguardo “Sette brevi lezioni di pensiero visionario

  1. Bellissimo post! Il libro l’ho letto anch’io qualche anno fa, e devo dire che, priva come sono di una formazione fisica sistematica, non mi è risultato né ostico né noioso. Tu, comunque, lo hai letto “meglio” di me. I miei complimenti!

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  2. Ho avuto un strano rapporto con la “Fisica”, intesa come materia scolastica.
    Laddove in Matematica eccellevo, con voti alti ed altissimi, non andava allo stesso modo con Fisica, nonostante il prof fosse lo stesso.
    Pertanto non posso nemmeno dire che si trattasse del metodo di insegnamento, o di una repulsione verso il prof, o una sua antipatia nei miei confronti. E nemmeno si può dire che non la studiassi.
    Semplicemente non ci ho mai capito una cippa. Capivo evidentemente le formule, ma non riuscivo ella loro applicazione, o nel leggerle in un contesto coerente.

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      1. Materia che mi interessava in termini generali, ma non come oggetto di studio.
        Mai capita una cippa sulla termodinamica, per dire, se non in termini molto generici.
        Idem per elettricità e dintorni e per decine di altri argomenti.
        Unica cosa che capivo era il moto, anche quello dei pianeti. Lì forse il 6 arrivava,

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  3. Ovviamente Lorenzo, la tua bella descrizione sul contenuto di questo libro, mi ha affascinato. Per un momento mi sono persino dimenticata che la Fisica per me è sempre stata una materia ostica. Non so se lo leggerò, ma se accadrà, lo farò solo grazie alle tue parole!!! Bentornato carissimo!!! 🙂

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    1. Ti ringrazio anche qui, è un piacere avere lettrici come te (oltre che leggerti!). Per me, proprio grazie alla prof del liceo che ho citato, è stata una materia sicuramente affascinante, pur con aspetti ostici che credo siano inevitabili per tutti

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