Nel gennaio 2011 mi trovavo in viaggio in Egitto, del tutto ignaro che in quello stesso mese il Paese sarebbe stato sconvolto dallo scoppio della cosiddetta “primavera araba”, carica di slanci e speranze poi in gran parte delusi.
Così, tra sgomento e incredulità, pochi giorni dopo il mio rientro a casa mi ritrovai incollato alla tv. Seguivo tutte le notizie delle rivolte che andavano in scena negli stessi posti che avevo vissuto da turista, a partire dalla popolare piazza Tahrir, giusto di fronte al Museo Egizio.
Continuavo a pensare alla situazione di caos e violenza che stava vivendo il Paese di cui mi ero appena innamorato.
Non capivamo verso cosa sarebbe andato l’Egitto, che cosa avrebbe potuto nascere se fosse caduto il regime di Mubarak. Uno scenario di incertezze che ricorda tante altre crisi.
Considerato che in quel periodo lavoravo per il “Corriere di Novara”, giornale locale attento anche al quadro internazionale nei suoi legami col territorio novarese, pensai di scrivere una testimonianza interpellando il professor Angelo Sesana, direttore degli scavi archeologici che avevo visitato durante quel viaggio e profondo conoscitore della realtà egiziana.
Ne uscì il servizio che vi propongo oggi, continuando a presentarvi una selezione di articoli che ho realizzato nel corso della mia collaborazione con il “Corriere di Novara”.
Mi colpisce rileggere questa frase del professor Sesana: «Se non c’è amore per la gente, non ci può essere amore per le antichità». L’Egitto non è solo il paese delle piramidi o dei resort marini, nemmeno è solo il Paese del caso Regeni o di una dittatura militare. È (come tutti, del resto) un paese fatto di contrasti, che possiamo capire e affrontare solo entrando in contatto con la sua gente.
Buona lettura.
Lorenzo

Ho messo l’Egitto nella mia “black list” a causa dei recenti fatto che tutti conosciamo.
Non vedrò mai le piramidi ed il Nilo? Non andrò ad Hurgada?
Amen.
Ci son cose più importanti.
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Per me è in cima alla lista a parimerito con la Scozia… dopo quel viaggio, ho subito pensato a un ritorno invece ciò non è mai avvenuto. Purtroppo la situazione è andata sempre peggiorando e non ci sono state le condizioni per un ritorno, sicuramente non per un viaggio al di fuori dei tradizionali percorsi turisti come quello che avevo fatto. Pensa che le famose piramidi di Giza le ho visto solo l’ultimo giorno
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