I Kelpies sono il simbolo di una Scozia che si sa rinnovare e reinventare, continuando a sorprendere un pubblico di visitatori che, almeno in tempi pre Covid, era sempre in crescita.
Una crescita meritata forse proprio grazie a questo talento nell’accoglienza e nella valorizzazione di storia e tradizioni.

Lo sguardo di un Paese di questo tipo non può dunque essere solo rivolto all’indietro, bloccato in una contemplazione passiva del proprio passato, ma deve anche protendersi in avanti, verso il futuro.
Uno sguardo ben attento alle proprie radici e un altro slanciato verso il domani. Proprio come le due gigantesche teste di cavalli che spuntano quando si viaggia sulla M9 tra Edimburgo e Stirling, nei pressi della zona industriale di Falkirk.

Il continuo sviluppo di questa zona è per altro esibito attraverso la mastodontica “ruota per le barche” (che purtroppo in un anno lassù non sono mai riuscito a vedere e quindi, finché non riuscirò a tornare oltre il vallo di Adriano, non ve la racconterò).
Vidi per la prima volta i Kelpies percorrendo l’autostrada durante un tour verso loch Ness, a cui stavo partecipando per imparare a condurlo come guida turistica della Scozia.

SIMBOLO DI UNA SCOZIA CHE SA SEMPRE ACCOGLIERE E REINVENTARSI, I KELPIES NASCONO ANCHE DA UN’OSCURA LEGGENDA

Passando accanto a quei due eleganti colossi (con i loro 30 m sono le statue equestri più alte al mondo) rimasi subito impressionato, o meglio catturato, e decisi di andare a osservarli meglio, appena possibile.
Quando finalmente raggiunsi Helix Park, la piacevole oasi che li ospita, potei finalmente ammirare con calma quei due cavalli da ogni angolazione, fotografarli in tutti i loro sorprendenti dettagli e nel loro rigoglioso contesto all’incrocio tra quei canali che furono le autostrade di un tempo.
Ritrovarsi sotto due teneri e minacciosi sguardi d’acciaio è semplicemente un’emozione.

La speciale superficie traforata che li contraddistingue è frutto dello stile di Andy Scott, l’artista scozzese che ha concepito quest’opera, inaugurata nel 2014. Guardate che effetto si crea al tramonto, con il sole dietro a una delle due teste.

CON IL SUO STILE REALISTICO E TRAFORATO, LO SCULTORE ANDY SCOTT HA RESO OMAGGIO AL CAVALLO E HA CREATO UN ELEGANTE BIGLIETTO DA VISITA PER LA ZONA INDUSTRIALE DI FALKIRK


I Kelpies sono un biglietto da visita per questa operosa zona, ma anche un grande omaggio a un animale senza il quale l’uomo avrebbe fatto ben poca strada (qui in zona venivano persino sfruttati per trainare le barche sui canali).
CON I LORO MUSI RIVOLTI VERSO L’ALTO E IL BASSO, QUESTI DUE COLOSSI SEMBRANO VOLERCI INSEGNARE A GUARDARE SIA AL PASSATO SIA AL FUTURO
Ma in Scozia c’è sempre anche un retroscena oscuro.
Il nome nasce dal folklore celtico-scozzese: secondo la leggenda, i kelpies erano creature mostruose che popolavano le tormentate acque dei laghi scozzesi.
Avevano il potere di trasformarsi in bellissimi cavalli per attirare prede umane che, una volta salite in groppa, non potevano più scendere, finendo trascinate negli abissi per essere divorate.


Ogni volta che passavo da quelle parti, durante il tour di loch Ness, pensavo a quanti Kelpies incontriamo nella nostra vita. Fortuna che ci sono le leggende scozzesi a farci stare in guardia.
Lorenzo Crola
Complimenti per le foto e l’articolo. Molto interessante.
Mi è piaciuta la foto con il controluce.
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Ti ringrazio. Pensa che quella foto, al contrario delle altre, l’ho fatta al volo col cellulare, durante un tour…
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Belle tutte, ma particolarmente suggestiva la penultima foto.
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Ti ringrazio. La mia fortuna è stata poter tornare tante volte negli stessi posti, accompagnando i tour. In questo modo ho potuto ammirare e fotografare i paesaggi scozzesi nelle diversi condizioni stagionali/climatiche, ogni volta era una sorpresa…
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Ho 2 tappe a Falkirk: the Kelpies e “la ruota”.
Non vedo l’ora.
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Ottimo 🙂 allora la ruota di Falkirk ce la racconterai tu!
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A proposito: e il clima? la pioggia? temperature?
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Ad agosto le temperature sono… fresche, diciamo come un nostro inizio autunno. Io in un anno non sono mai riuscito a mettere i pantaloni corti (anche se poi ci sono scozzesi che vanno in giro in maniche corte in pieno inverno…). Le piogge sai che abbondano ma la fortuna è che il tempo cambia in fretta, la regola è la giornata quattro stagioni…
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Ho letto la stessa cosa. Spero che il clima non mi rovini la vacanza.
Ad ogni modo, anche in Irlanda doveva piovere spesso, ci sono stato 15 giorni e – tranne il primo giorno – poi non ci siamo mai presi nemmeno una goccia di pioggia.
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Beh la pioggia non può rovinare nulla, perché quella è la Scozia… chi non vuole vedere una goccia d’acqua va altrove, no? (ahimè ormai basta restare nella pianura Padana…)
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Che spettacolo *-*
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Yessss. semplicemente uno spettacolo!
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Grazie, non conoscevo queste sculture e la loro storia.
Magnifiche immagini!
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Ti ringrazio. Sono abbastanza nuove… ancora non dei classici ma sicuramente stanno diventando una tappa obbligata nei tuor intorno a Edimburgo
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Sono davvero impressionanti! Non ne sapevo nulla, non ne avevo mai sentito parlare, ma sono molto affascinanti.
Condivido in pieno il finale: nella vita incontriamo parecchi kelpies. Dobbiamo imparare a difenderci.
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Sono proprio un prodotto della nuovissima Scozia, prima di passarci di fianco la prima volta anch’io non ne avemo mai sentito parlare. Una bella scoperta 🙂
A me il mito dei kelpies faceva pensare soprattutto ai narcisisti: gente che ti trascina in un vortice senza uscita, a meno di riuscire appunto ad aprire gli occhi e a trovare la forza di uscirne
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Scozia piacerebbe anche a me.
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Ne sono certo
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