
Rispondo con piacere al messaggio di Paolo, inaugurando un filo diretto con i lettori di phileasfogg2020.com riguardo a dubbi e curiosità sull’italiano. Trovate in fondo all’articolo le modalità per contattarmi con i vostri quesiti linguistici.
Partiamo immaginando che il seguente dialogo sia avvenuto tra due interlocutori mercoledì 30 marzo:
– Ci vediamo venerdì prossimo.
– Va bene, me lo segno sull’agenda: venerdì 1° aprile.
– Ma no… venerdì della prossima settimana, l’8!
– Ah, ok… Avevo capito male.
Vi è mai capitato un equivoco del genere? Chi ha ragione?
Diciamo subito che l’importante è capirsi. Quindi ottima la scelta di specificare «venerdì della prossima settimana» quando non si è sicuri dell’efficacia delle parole usate. Meglio qualche parola in più che rischiare di dare un appuntamento a vuoto…
Diciamo poi che in una lingua viva capita che le parole inizino a essere usate in modo diverso, per tanti motivi (per esempio l’influsso di una lingua straniera). Così, si sta diffondendo l’uso dell’aggettivo “prossimo” riferito a un giorno della prossima settimana, non di quella in corso.
IN UNA LINGUA VIVA CAPITA CHE LE PAROLE INIZINO A ESSERE USATE IN MODO NUOVO, A VOLTE PER L’INFLUSSO DI UNA LINGUA STRANIERA
Pertanto, se oggi è mercoledì 30 marzo, «ci vediamo venerdì prossimo» potrebbe effettivamente essere inteso come «ci vediamo venerdì 8 aprile».
Tuttavia in italiano l’aggettivo “prossimo” «unito ad unità temporali (nomi dei mesi e dei giorni della settimana) indica la prima unità di tempo successiva al momento dell’enunciazione», come ricorda Raffaella Setti in un intervento sul sito dell’Accademia della Crusca.
Quindi il primo interlocutore del nostro dialoghetto iniziale, pensando al venerdì più vicino, intende bene. L’altro parlante si sta invece adeguando a un uso diverso. Da qui il corto circuito comunicativo.
PROSSIMO IN ITALIANO «INDICA LA PRIMA UNITÀ DI TEMPO SUCCESSIVA AL MOMENTO DELL’ENUNCIAZIONE»
Chissà se ci può essere lo zampino dell’inglese, dove “this Friday” è “questo venerdì” (quello della settimana in corso), mentre “next Friday” è quello della prossima settimana, come nota sempre Raffaella Setti, specificando che «anche l’italiano offre la possibilità di scegliere tra “questo” e “prossimo”, che però assumono lo stesso valore che hanno nell’inglese soltanto quando siano usati contestualmente, contrapposti l’uno all’altro».
Per esempio: «Se non puoi questo venerdì, ci possiamo trovare giovedì prossimo».
Nel dubbio, comunque, sempre meglio specificare…
Lorenzo Crola
• Per consultare l’articolo su “Prossimo con unità temporali” sul sito dell’Accademia della Crusca:
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/prossimo-con-unit%C3%A0-temporali/132
• Se volete sottopormi domande, dubbi, curiosità sulla lingua italiana, sarò lieto di approfondire i temi da voi proposti nella rubrica “Come si dice?” di phileasfogg2020.com
Potete scrivermi all’indiritto email l_crola@libero.it o mandarmi un messaggio tramite la pagina Contatti del sito.
Secondo me essendo mercoledi “ci vediamo venerdi” significa “venerdi 3” ovvero il venerdi più vicino (mercoledi, giovedi, venerdi) e “venerdi prossimo” significa venerdi 13″ ovvero il venerdi della prossima settimana.
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ops …. intendevo venerdi 8 non 13 ahahahahaha
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Sicuramente “Venerdì” senza specificazioni non è equivocabile, è quello più vicino a venire. Forse a volte dicendo “Venerdì prossimo” per indicare il più vicino, quel “prossimo” viene percepito come ridondante e quindi si pensa a quello della settimana successiva…
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Approfitto del tuo articolo per sollevare una questione che mi sta a cuore. Hai notato anche tu una orrenda anglicizzazione in corso nella nostra lingua, che sta facendo sparire l’articolo davanti alle parole “prossima settimana”? In Italiano si è sempre detto “la prossima settimana” o “la settimana prossima”. Invece noto che sempre più spesso, nei giornali o in televisione, dicono “settimana prossima”, eliminando l’articolo, e mi sembra chiaro che derivi dall’inglese “next week”. Non so onestamente se sia corretto o meno, ma per me suona malissimo.
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La questione credo stia a cuore a molti, pensa che ho trovato un intervento dell’Accademia della Crusca già del 2007:
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/omissione-dellarticolo-determinativo-nella-locuzione-temporale-settimana-prossimascorsa/161
tra l’altro si fa riferimento proprio al possibile influsso dell’inglese ma anche al fatto che con i giorni della settimana l’articolo non si usa (“Ci vediamo giovedì prossimo” potrebbe aver indotto a dire anche “Ci vediamo settimana prossima”). Inoltre possono esistere differenze regionali: certe espressioni, soprattutto nell’orale, possono essere avvertite come normali in alcune parti d’Italia e strane/errate in altre.
In effetti, a me non suona strano dire “Settimana prossima vado in vacanza”, anzi mi sa che parlando mi scappa 😊 magari dalle tue parti la situazione è diversa…
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Grazie, ho letto il parere dell’Accademia.
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Bene. Aspetto nuovi quesiti 😉 così proseguiamo la rubrica…
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Grazie per la preziosa informazione. Io ho sempre inteso, per “prossimo”, quello della settimana successiva e penso sia necessario chiarirlo quando lo si dice, poiché tanti lo intendono allo stesso mio modo.
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Probabilmente l’uso di “prossimo” come lo intendi tu (non un giorno di questa settimana, ma della prossima) è piuttosto diffuso. Sembra proprio che stia prendendo piede… però in italiano “prossimo” è come dire “il più vicino”. Pensa se dici «Prendo il prossimo autobus»: intendi quello in arrivo, non «Prendo l’autobus dopo quello in arrivo».
In ogni caso, concordo con te: sempre meglio chiarire…
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Per mia fortuna o sfortuna, l’inglese lo mastico davvero poco, quindi per me “il venerdì della prossima settimana” è il primo venerdi in calendario. Comunque, per non sbagliare meglio specificare con la data, così si semplifica tutto. 🙂
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Sì, coi numeri non ci si può sbagliare 😊 comunque masticare lingue secondo me è sempre una fortuna, tutte quante, non solo l’inglese
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Io ho avuto uno scambio di opinioni (divertente) con un amico.
Sempre a livello lessicale.
Domanda: “Ti è piaciuta la torta?”
Risposta: “Assolutamente”.
Ecco, io sono dell’idea che la risposta non sia una risposta.
O uno dice “Assolutamente sì”, oppure dice “assolutamente no”.
L’avverbio “assolutamente” di per sé non conferma né smentisce, ma semplicemente “assolutizza” la risposta. Ma la risposta non consiste nell’avverbio, ma nell’aggettivo che ne segue (“Assolutamente buono”, per esempio) o nella conferma/negazione legata alla domanda (“Assolutamente no”, per esempio).
Cosa ne pensi?
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Sono ASSOLUTAMENTE d’accordo con te… quando ci si aspetta un sì o un no come risposta, “assolutamente” mi sembra ambiguo. Si sta diffondendo un uso di “assolutamente” per dire “sì” o a volte “no”, ma è una fonte di facili fraintendimenti. Come nel caso di “prossimo”, è importante chiarire quello che si vuole dire (regola base di ogni comunicazione).
Se vuoi approfondire, ti segnalo questo intervento dell’Accademia della Crusca (che giunge per altro a conclusioni simili alle nostre): https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/sulluso-di-assolutamente/131
Comunque, viva i divertenti scambi di opinione sulla lingua!
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Ho letto, grazie per il link. Mi piacciono queste disquisizioni, perché sono un purista dell’italiano, nonostante non possa “assolutamente” ergermi a conoscitore o studioso.
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Anche a me piacciono, tant’è che ci ho dedicato una sezione del blog 😉
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Grazie per la lezione d’italiano “profe”😜
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Ma di niente…
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