Per la seconda galleria iconografica di phileasfogg2020.com non potevo che scegliere il tema di San Michele Arcangelo, che è stato al centro dell’ultimo evento dal vivo collegato al blog (ve l’ho presentato qui).
Parto quindi con le tre opere che ho presentato durante quella serata, iniziando con il primo San Michele che mi è venuto in mente quando mi è stato proposto di approfondire questa figura: parlo del raffinatissimo affresco di Dux Aymo, nella cappella di Santa Maria di Missione a Villafranca Piemonte. Un posto talmente speciale, nella sua bellezza e nel suo isolamento, che è subito entrato tra i miei luoghi del cuore.
A voi San Michele e i suoi diabolici/mostruosi avversari (quando sono sopravvissuti). Per gli approfondimenti sulle singole opere, vale quanto esposto nella prima galleria di questa sezione del sito.
Sentitevi liberi di aggiungere qualunque informazione vogliate condividere su questo tema o le vostre preferenze artistiche.















Iconografie molto simili, sia come prospettiva, che come raffigurazione. Il viso sempre rivolto verso destra, la spada sempre impugnata con la mano destra, i colori degli abiti sempre molto simili.
Mi chiedo se venissero seguite delle “regole”, o se semplicemente fosse consuetudine rappresentarlo in questo modo.
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Hai ragione, sono tutte osservazioni interessanti. Forse vederli così in serie può avere una sua utilità 🙂 vediamo se nei prossimi San Michele queste caratteristiche rimarranno costanti
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Al contrario dei S.Giorgio, i S.Michele si preoccupano di semplicemente sottomettere l’avversario (Satana, appunto), non di distruggerlo. E lo fanno con distacco e senza sforzo. Simboleggiano la lotta interiore del cristiano, e la Fortezza come virtù che si accompagna alla Fede. Se error non faccio, nella prima immagine il Nostro (testimone la resta sulla corazza) sta brandendo una lancia da giostra, ovvero un’arma non destinata ad uccidere.
Non ricordo la fonte ma mi pare d’uopo una frase che ho sentito ultimamente: “Non possiamo uccidere le passioni, ma possiamo vivere al di sopra di esse”
PS: Il più bel S.Michele, come espressione simbolica e a mio avviso, è quello sul retro del Trittico di Danzica di Hans Memling
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Bene, me lo segno, per completezza farò un giro anche a Danzica per documentare 🙂
Grazie per l’approfondimento. Finalmente ho capito cos’ha il primo San Michele sulla corazza (e perchè si dice “lancia in resta”! Quasi quasi farei un approfondimento nella sezione linguistica del sito…).
Quanto al sottomettere anzichè distruggere, è singolare notare come spesso il demonio sia stato preso di mira dai fedeli più “materiali” e letteralmente distrutto (come affresco) …
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ti risparmio qualche chilometro:

I più grandi danni agli affreschi antichi li hanno fatti le riforme ideate da Carlo Borromeo
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eh non penso ci si possa accontentare…
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