Visitare mercatini dell’usato è un’esperienza che sta diventando per me un’abitudine. Quelle accozzaglie di carabattole mi attirano sempre di più e non saprei spiegare esattamente perché.
Sarà la passione per le case vecchie e decadenti, sarà il pensiero che dietro ogni oggetto c’è una storia, sarà la speranza di trovarci dei libri interessanti. Sarà un po’ un misto di queste motivazioni.

Lo scorso sabato è stata la volta di un bazar in un paese limitrofo a Momo. Me lo ha segnalato un contatto di Facebook, dopo aver notato le mie foto scattate in un mercatino analogo. Non ci è voluto molto per convincermi ad andare a scoprirlo.
FREQUENTO SEMPRE PIÙ SPESSO MERCATI DELL’USATO. SARÀ LA PASSIONE PER LE CASE DECADENTI O LA SPERANZA DI TROVARCI LIBRI INTERESSANTI…
Entro e trovo un guazzabuglio sopra la media dei negozi di usato. È presente tutto il solito campionario (vestiti, paralumi, specchi, quadri senza cornice, cornici senza quadri, monili, mobili, mobiletti, utensili di cui si è irrimediabilmente dimenticato lo scopo), ma in una concentrazione eccezionale. L’unico ordine possibile è per contrasto.

Ne approfitto per fare qualche foto a queste ineffabili composizioni surrealiste, il trionfo delle gozzaniane “buone cose di pessimo gusto”.
A un certo punto mi rendo conto di aver vagato per una mezz’oretta senza aver trovato nulla da comprare. Comincio a sentirmi in imbarazzo. Finché non giungo nella stanza dei libri e mi sento in salvo. Vuoi non trovare qualcosa che fa per me?

Non è così semplice, in realtà. Ci sono pile di pile di volumi improbabili, insulsi, invendibili, illeggibili. Libri di cucina (chi utilizza ormai i ricettari?), Liala (che però è stata rivalutata: se ne è occupato anche “Il Sole 24 Ore”), enciclopedie, romanzi invecchiati male. Per scovare un bel titolo bisogna avere la pazienza di spolverare, smontare cataste, estrarre pezzi dalla seconda o terza fila.
IN UNO DI QUESTI BAZAR HO TROVATO UN’INSOLITA EDIZIONE DEL VANGELO. MA LA NEGOZIANTE SI RIFIUTAVA DI VENDERMELA


Alla fine emerge una curiosa edizione del Vangelo in cui il testo dei quattro autori canonici è «ordinato in una sola narrazione corredato da 500 grafici». Incuriosito, decido di prenderla.

La signora alla cassa però mi dice: «Ah, no! Queste cose non le vendo». Ma come? Era in esposizione… «È che non mi sento di vendere il Vangelo. Glielo regalo». Insisto, ma alla fine lo prendo aggratis. Prometto di tornare e trovare altri libri da comprare.

Curioso. Un po’ la capisco, ma rimango stupito dalla scelta di questa negoziante. In pratica, stando a questo suo sentimento, una libreria delle Paoline sarebbe il covo del peggior mercimonio. E ben gli sta a Johannes Gutenberg che voleva arricchirsi stampando Bibbie ed è finito sul lastrico.
Lorenzo Crola
Io rimango affezionato solo ai mercatino dove posso trovare qualche disco. I libri e gli oggetti polverosi non mi attraggono più, anche se fino a qualche anno fa ne rimanevo incuriosito.
Ma quello strano aggeggio, alla fine hai scoperto a cosa potesse servire?
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Serve per fare fette di carne arrosto precise precise. 😉
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A proposito: qui i mercatini dell’usato vanno per la maggiore, ma forse l’avete già letto nel mio blog.
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A dire il vero no, vado subito a cercare dove ne hai parlato! Però ricordo quanto erano diffusi anche nel Regno Unito i negozi di usato per cause benefiche
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Si, ci sono anche quelli. C’è una organizzazione tipo Salvation Army che li cura. 😊
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Sì, ho in mente proprio quelli, li frequentavo spesso perché si trovava sempre qualcosa di interessante (anche libri) e sono abbastanza ordinati… aspetto da non sottovalutare 😄
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ma davvero? Si riesce a tagliare la carne con quel coso?
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👍😄😄
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In casa mia lo usiamo, il forchettone tiene ferma la carne, il coltello passa attraverso le feritoie.
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Ah, ma dai! Non l’avevo mai visto. In effetti, anche per usi non domestici, può essere meglio tenere fermo l’arrosto con quell’arnese che con le mani…
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Io invece mi sono accorto che non cerco più i dischi… continuo ad ascoltarli ma non ne compro di nuovi e un po’ mi spiace. Con i libri invece non mollo 🙂 Anche domani andrò a una fiera…
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