Dopo sette fette si accorse che era una fiera libraria

Non so come sia stato stato possibile, ma Book Pride l’ho scoperta solo alla settima edizione.

Sabato scorso per la prima volta ho visitato la fiera dell’editoria indipendente, tenutasi per tre giorni presso Superstudio Maxi a Milano, a due passi dalla fermata Famagosta (e ogni volta, quando esco dalla metro in quel trafficato viale di periferia, penso al feroce assedio subito da quella roccaforte veneziana, nella lontana Cipro).

Complici la mia stagione scozzese, gli anni del covid e non so cos’altro (forse pensavo fosse “solo” una rassegna di presentazioni), non avevo mai capito che Book Pride fosse un evento da non perdere per bibliofili e semplici lettori.  

DALLA RIVISTA DISEGNATA AL CANTAUTORE ITALIANO CHE HA FATTO PACE CON L’ITALIANO: VI RACCONTO TUTTE LE BELLE SCOPERTE CHE HO FATTO A “BOOK PRIDE”

Un’occasione speciale per scoprire tutte quelle giovani (se non appena nate) e/o piccole case editrici che tanto hanno da raccontare: perché è sempre affascinante ascoltare da quale scommessa sono nate e perché è curioso scoprire quali sono i titoli con cui hanno mosso i primi passi.

E poi, proprio le piccole-medie realtà dell’editoria sono sempre il lato più sorprendente delle fiere librarie (ve ne ho parlato un po’ qui e un po’ qui).

E così la giornata a Book Pride è stata piena di idee, stimoli e confronti con quelli che sono ormai colleghi (ve l’ho detto che da quasi un anno lavoro per una casa editrice? Andate a scoprirla: interlinea.com). E naturalmente è stata una giornata piena di libri.

Ecco i miei acquisti:

Come potete notare ho provato anche ad acquistare un audiolibro, “Dracula” di Bram Stoker letto da Paolo Pierobon, pubblicato da Emons: vi farò sapere come andrà la mia prima esperienza con questa modalità di fruizione del testo.

Il “Verdi alla Scala” di Montale è invece un libro che cercavo dopo averne letto una recensione in “Quaderni montaliani” 1, il numero d’esordio della rivista pubblicata proprio da Interlinea. È stata una piacevole sorpresa ritrovarselo davanti girando tra gli stand e fare conoscenza con i colleghi della casa editrice Il Canneto.

UNA GIORNATA PIENA DI STIMOLI, IDEE, CONFRONTI (PER LA PRIMA VOLTA CON I “COLLEGHI” DI ALTRE CASE EDITRICI)

Una bella scoperta è stata anche quella del generosissimo stand di Meravigli dove ho trovato “Cascine milanesi”, una succulenta pubblicazione che tanti spunti darà per i reportage che trovate nelle sezioni “In viaggio” e “In viaggio senza scrivere l’articolo”. Oltre a questo titolo, non ho resistito a “Manzoni e Milano”. Tutto il resto che vedete nella foto sopra mi è stato dato in omaggio.

FORSE QUESTA STORIA DEL GIALLO CI STA UN PO’ PRENDENDO LA MANO…

Ed ecco una rassegna di libri rimasti nella lista dei desideri:

AVESSI TROVATO UNA SINOSSI O UNA RECENSIONE CHE MI SPIEGHI SE QUESTO LIBRO HA A CHE FARE CON L’OPERA NEL SENSO DI GENERE MUSICALE…

Anche Book Pride ha offerto una vasta scelta di eventi, tra i quali come sempre è arduo fare delle scelte, per via della contemporaneità e della necessità di giostrarsi tra tempo per girare tra gli editori e tempo per seguire presentazioni e incontri.  

Ho risolto il problema affidandomi alle scelte delle insostituibili compagne di viaggio Caterina e Anna Maria (di books_andchipsofmusic).

Abbiamo seguito in particolare la presentazione di “Fil bleu” di Giacinta Cavagna con foto di Carola Guaineri (Graphot editrice), che racconta Milano lungo tutta la tratta della nascente linea blu della metro, anche se di quest’ultima per ora sono aperte solo sei fermate.

L’editoria batte in velocità i lavori pubblici.

Un evento bizzarro è stato l’incontro-intervista tra Paolo Cognetti e il cantautore Giorgio Poi: non so se la massa di gente sia accorsa più per il primo o per il secondo (che non conoscevo), fatto sta che al termine è stato l’intervistatore a fare firmacopie, con uscita di scena abbastanza inosservata da parte dell’intervistato.

UN EVENTO DEDICATO AGLI EDITORI INDIPENDENTI PERMETTE DI PERDERSI TRA LE STORIE CHE HANNO DA RACCONTARE QUESTE CORAGGIOSE REALTÀ CHE TENGONO VIVA LA CULTURA ITALIANA

Al contrario, per me è stato molto interessante ascoltare da questo musicista la descrizione della sua riscoperta, se non il riavvicinamento alla lingua e alla cultura italiane, proprio nel momento di distacco dalla patria d’origine, quando si trasferì a Londra. Più ascoltavo le sue parole, più mi riconoscevo in questa esperienza.

MA QUESTA BELLA EDIZIONE ILLUSTRATA VI DICE QUALCOSA?

Un’altra bella scoperta è stata “La Revue Dessinée Italia”, versione nostrana di una rivista francese interamente sviluppata a fumetti. “Informare, spiegare, mostrare, indagare con un punto di vista critico argomenti di interesse generale, inclusi quelli che spesso non trovano spazio nei media tradizionali”, questo il loro obiettivo, ma tutto attraverso storie frutto della collaborazione tra disegnatori e giornalisti.

ANCHE VOI FATE INCETTA DI CATALOGHI ALLE FIERE, PER POI SFOGLIARLI CON CALMA A CASA? MOLTO CASE EDITRICI ORMAI NON LI PROPONGONO PIÙ
QUANTO SARÀ COMPLICATO MANGIARE AL PROSSIMO “SALONE DEL LIBRO” A TORINO? SEMBRA CHIEDERSELO ANCHE QUESTO/A GRAFFITARO/A IN STAZIONE GARIBALDI

 Il problema anche a Book Pride, come in ogni fiera libraria che si rispetti, è mangiare. La soluzione migliore in termini di qualità/coda è stato il baracchino degli hot dog (con consumazione del “pasto” comodamente seduto sull’asfalto).

E va beh, è servito per preparare lo spirito per il prossimo “Salone del libro” di Torino, a maggio. Voi avete in programma di andarci?

Fatemi sapere nei commenti e buone letture a tutte/i 🙂

Lorenzo Crola

4 pensieri riguardo “Dopo sette fette si accorse che era una fiera libraria

  1. E’ stato bello, sì. Io non potrò esserci a Torino. Varrà la pena, se possibile, di farsi anche il book pride di, mi pare ottobre, a Genova. Che è anche una buona scusa, si fa per dire, per godersi una città sempre bellissima (e dove si mangia particolarmente bene).

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