«Se dovesse andare su un’isola deserta che libro porterebbe con sé?». L’ho sempre considerata una domanda sciocca e abusata.
Pur adorando i libri, non riesco a immaginare che la lettura possa riempire o anche solo aiutare ad affrontare una vita di totale isolamento.
Per questo motivo avevo applaudito Alessandro Gassman quando, in un’intervista a “Tuttolibri” della “Stampa”, aveva dichiarato: «Non so rispondere ad una domanda così triste».

Tristezza e sciocchezza si intrecciano nella storia che ho scoperto proprio su “La Stampa” in questi giorni e che mi ha riportato alla mente quella domanda.
La storia è quella di Beatriz Flamini, 48enne spagnola appassionata/fanatica di speleologia, che ha vissuto per circa 500 giorni rinchiusa in una caverna nei dintorni di Granada.
LA SPAGNOLA BEATRIZ FLAMINI SI È SOTTOPOSTA A UN ISOLAMENTO ESTREMO DI 500 GIORNI. SAGGIA O SCELLERATA? IMPOSSIBILE DIRLO, DI CERTO È UN’IMPRESA CHE FA RIFLETTERE
Quando è uscita dall’antro, due settimane fa, pare che la notizia ad averla maggiormente sorpresa sia stata la morte della regina Elisabetta. Tra i fatti di cui non aveva avuto notizia c’era anche lo scoppio della guerra Russia-Ucraina.
Nei giorni in cui Beatriz salutava (temporaneamente) il mondo, nel novembre 2021, qui in Italia veniva ideato il super green pass. È curioso (o forse no) che il suo ritiro sia avvenuto proprio in un periodo di reclusione mondiale.
In ogni caso, da autore del blog intitolato al protagonista di “Il giro del mondo in 80 giorni”, non potevo non soffermarmi su questa storia che almeno un po’ fa pensare all’altro indimenticabile romanzo di Jules Verne, “Viaggio al centro della terra”.

Solo un po’ però. Non posso non concordare con quanto ha dichiarato lo speleologo Sergio García-Dils: «Rimanere 500 giorni in grotta non è speleologia, la speleologia è studio, è esplorazione del mondo sotterraneo, animali, aria, acqua, rocce, biodiversità, fisica. Immaginiamo di passare 1000 giorni in una barca ormeggiata a Marbella, questo non farebbe di me un marinaio».
NATURALMENTE IL MIO INTERESSE È ANDATO SUBITO ALLE LETTURE: CHE COSA SI SARÀ PORTATA DIETRO PER INGANNARE IL TEMPO? E VOI CHE COSA VI PORTERESTE?
A favore di Beatriz Flamini va però il fatto di aver approfittato di questa esperienza per condurre esperimenti sugli effetti psicologici dell’isolamento.
Di certo la invidio per aver vissuto senza smart phone per un anno e mezzo.
Il mio interesse naturalmente è andato soprattutto all’aspetto librario. Ho letto che questa record woman di isolamento sotterraneo ha portato con se una sessantina di volumi. La lettura è una delle attività che l’hanno aiutata a ingannare il tempo assieme al disegno e al lavoro a maglia.
Non è dato sapere che cosa ha scelto e devo dire che ciò mi incuriosisce molto. Forse la famosa domanda che citavo all’inizio non è così sciocca.
Allora la rigiro a voi: quali libri vi portereste nella caverna? Non ve ne chiedo 60, solo i primi sei che vi vengono in mente.
Lorenzo
Tutti i racconti di Cechov e quelli di Flannery O’Connor, Il mito di Sisifo di Camus, Tutte le opere di John Fante e di Saroyan, qualche bel malloppo di Balzac (tipo Splendori e miserie delle cortigiane). Non è una domanda triste, è frustrante 😦
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Frustrante sì, pensa che non ho letto nulla della tua lista… tra l’altro con Balzac si starebbe a posto per un po’ nella caverna 😀
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Io non saprei rispondere ma seguo con interesse.
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Io nemmeno, seguo con te e spero di scovare letture interessanti
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Disgraziato!!! 😀
Finora siamo solo in tre e l’unica che si è sbilanciata sono io…
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Ahahah, ma non so da dove cominciare… è veramente difficile. Diciamo che per una caverna ci vuole qualcosa di profondo 😀
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😀
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Il conte di montecristo, La città della gioia, Ogni mattina a Jenin, La vita davanti a sè, Oceano Mare, Terzani, Erri de Luca, Fred Vargas, Cacucci, Rumiz, Kapuscinski, Simenon…
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Ciao Roberta! Grazie per la doppia lista 🙂 Immagino la difficoltà di ridurre a sei…
Il “Conte” tra l’altro farebbe assai riflettere in un periodo di reclusione
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