Un’oasi dipinta di asini, colombe e cagnolini

Uscendo da Novara verso nord, direzione lago d’Orta, s’incontra una curiosa struttura caratterizzata da corpi dalle altezze contrastanti. È la chiesa annessa alla cascina Isarno, che in questo periodo si specchia nelle risaie.

Il presbiterio risulta molto più elevato della navata, davanti alla quale si distacca in altezza anche la facciata. Si crea così un insieme disarmonico e sproporzionato ma, nella sua stranezza, affascinante.

Anzi, dato che osservo questo questo sbalzo architettonico da sempre, viaggiando tra Novara e Momo, non ci trovo nulla di strano.

L’EVIDENTE SBALZO ARCHITETTONICO DELLA CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO A CASTELLENGO

Così, mi è risultato familiare, quasi normale trovare una struttura simile nel Biellese, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Castellengo.

Ci troviamo in una piavevole frazione del comune di Cossato, isolata tra boschi, campi e colline.

A CASTELLENGO, IN UNA CHIESA CARATTERIZZATA DA STRANI SBALZI ARCHITETTONICI, POSSIAMO AMMIRARE LA «DISARMANTE UMANITÀ»
DELLO STILE DE BOSIS

L’originario edificio romanico è stato oggetto di un grandioso ampliamento settecentesco che ha portato, causa interruzione dei lavori, a un grandioso contrasto architettonico. Anche qui.

La chiesa è poi andata incontro in tempi moderni a grave degrado, ma dai primi anni ’90 una serie di interventi per renderla agibile hanno permesso di arrivare anche al recupero degli affreschi che la impreziosivano.

Oggi possiamo entrare e ammirare in particolare il ciclo pittorico realizzato tra fine ‘400 e inizio ‘500.

In queste scene emergono anche alcuni animali di cui mi sono occupato durante l’evento dell’ottobre scorso. Così ve ne parlo ora qui, nell’ultima puntata della serie dedicata a questo tema.

 Il ciclo è attribuito al pittore Daniele De Bosis e ai suoi figli, attivi soprattutto tra Novarese e Biellese (sono leggibili anche la firma di Daniele de Bosis e la data 1496).

IN QUESTO CICLO, SE OSSERVIAMO CON OCCHI SENSIBILI, TROVIAMO ANIMALI CHE ACCOMPAGNANO LE STORIE TESTAMENTARIE FIN DALLA CREAZIONE

I De Bosis a Castellengo hanno raccontato le storie di Maria e di Gesù con un linguaggio diretto, semplice, immediatamente comunicativo. «Emerge un’umanità disarmante – osserva Claudia Ghirardello negli Atti del convegno su questa chiesa, tenutosi nel 2010 – l’umanità reale che di generazione in generazione ha cercato di raggiungere la redenzione commuovendosi davanti ai dipinti e facendo atto di contrizione».

Familiarità, frugalità, tepore domestico spuntano in ogni scena: nel pastorello che regge una pecorella nella cacciata di Gioacchino (con tanto di pantaloni laceri e dita che spuntano dalla scarpa) o nel cagnolino accanto a S. Anna puerpera, dove stoviglie, coperte, donne affaccendate raccontano il quotidiano che i pittori potevano osservare nella vita di ogni giorno.

«Il racconto è semplice ma mai banale – sottolinea Ghirardello – la quotidianità sale agli onori degli altari e riesce a trasmettere con immediatezza il messaggio di fede, indirizzando alla via del bene e alla sopportazione del male».

Nella scena della Natività di Cristo a raccontare la quotidianità sono il bue e l’asinello, l’umile dimora (con pareti incannucciate) che ospita l’evento, il cane vicino al pastore rannicchiato a riposare.

Nella fuga in Egitto, Giuseppe con il cestino sul bastone è un dettaglio dell’intimità domestica che accompagna ovunque queste umili genti di campagna immortalate a fresco.

L’asino, condotto da un angelo nella giusta direzione, conquista qui il centro della scena. Visto ora come simbolo di mitezza e umiltà, ora come immagine di pigrizia, caparbietà e persino lussuria, questo animale compare negli episodi chiave della vita di Cristo, dalla nascita all’ingresso in Gerusalemme preludio dei giorni della Passione.

Gli animali, qui a Castellengo come in tutte le chiese, spuntano ovunque, basta saper guardare gli affreschi con occhi sensibili. La loro presenza è disseminata nelle storie testamentarie, dalla Creazione del mondo fino appunto agli estremi della vita di Cristo.

Come emerso nel caso lampante dell’asino, nel simbolismo cristiano convivono punti di vista opposti, ma solo apparentemente contraddittori. Si tratta in realtà di aspetti diversi di una stessa creatura, variamente enfatizzati nel tempo a seconda del messaggio che si intendeva trasmettere.

UNA SEMPLICE CAPPELLA DI CAMPAGNA SI PUÒ RIVELARE IL LUOGO IDEALE PER RIFLETTERE SULLE MOLTEPLICI SFACCETTATURE DEL SIMBOLISMO CRISTIANO

Gli animali sono creature inferiori all’uomo e a lui soggette, rappresentazione di vizi e atti peccaminosi, da cui l’uomo deve fuggire se vuole elevarsi alla bestialità. Ma sono anche esseri aderenti alla norma naturale che governa il cosmo, esempi di virtù, obbedienza e specchi della volontà divina.

Un’umile chiesa di campagna, una volta che ha aperto le porte e ci ha raccontato le sue storie, è forse uno dei luoghi più adatti per andare a cercare animali dipinti e rifletterci sopra.

Lorenzo Crola

[ Atti della serata “Sulle orme di animali dipinti” 3 – fine]

Puntate precedenti:

Per una galleria completa della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Castellengo:

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